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Storia della verniciatura a polvere in Italia

29-ott-2023 17.34.01 / by Rosa M. Mariani

Oggi parliamo di verniciatura a polvere e di una delle più importanti realtà che hanno fatto la storia dell’alluminio in Italia.

Per prima cosa diciamo brevemente che la verniciatura a polvere è un processo con il quale, una superficie metallica, viene ricoperta di polvere verniciante a base di resine sintetiche, a scopo decorativo e che aderisce per un processo elettrostatico. L’alzamento della temperatura completa il processo facendo fondere la vernice e facendola polimerizzare.

Questo metodo per verniciare, nel settore dell’alluminio, nacque a metà degli anni ’70 con impianti orizzontali e gli estrusi di alluminio, furono i primi ad affiancare, al noto anodizzato, anche il verniciato. Sarebbero stati i primi serramenti verniciati.

 

Non vorrei dire una sciocchezza, ma credo che sia stato proprio Luigi Pozzoli, uno dei primi ad occuparsi a Bergamo, della verniciatura a polvere in orizzontale, perlomeno in Italia, e pochi anni più tardi, fu il primo a verniciare in verticale.

Erano anni quelli in cui lo stato incentivava l’apertura di stabilimenti in Centro e Sud Italia. Ricordo la Diaprint, che produceva lastre litografiche a Sulmona e che fu poi venduta alla 3M e ricordo molto bene lo stabilimento fondato da Luigi Pozzoli della Otefal a l’Aquila.

La prima linea di verniciatura a polvere a coil: ha fatto la storia

Lo ricordo, non solo perché a quei tempi la sua linea di verniciatura a coil, in continuo, a polvere, era l’unica in Europa, oltre a ad essere l’unica in grado di verniciare 3 mm a larghezza 1500 mm, ma anche perché aveva una gestione delle persone molto umana, una leadership che si vedeva riflessa nel suo team, che lo rispettava e lavorava con lui con piacere, senza avvertire la fatica. Esattamente quello che oggi si vuole fare nei nuovi modelli organizzativi: tramettere la missione in modo così vero, così sentito, da farla diventare la missione dell’intera squadra.

Otefal si mise al servizio dei produttori dei serramenti e di tutto l’indotto. Aveva anche un impianto di ossidazione anodica dei profili e, successivamente, in anni molto più recenti, si orientò anche verso l’anodizzazione del nastro anodizzato.

Nel serramento è un po’ un connubio. Mi pare che per ogni chilo di estruso, per serramento, serva ½ kg di lamiera verniciata, grosso modo, per il contorno finestre.

Avere spostato la verniciatura lamiera-lamiera, in verticale con dei fori per appenderle, a nastro e in continuo, è stata un’idea geniale. Ne aumentò la qualità, fece risparmiare gli istallatori, perché il processo produttivo era più veloce, costava meno, e garantì ottimi margini all’inventore del processo e anche ai suoi distributori.

Verniciatura a polvere: una sfida per i produttori di vernice

Servì anche modificare la tipologia di vernice verso un prodotto più elastico perché la nuova tecnologia, consentiva di piegare e formare il pezzo, dopo averlo verniciato.  La logistica del lavoro venne rivoluzionata e portò un impatto notevole, sui tempi e su costi dei prodotti.

Serviva una buona rete di distribuzione che si occupasse di consegnare anche pochi pezzi alla volta, ma Otefal ed il suo illuminato titolare, trovò anche il modo di fare un accordo in questo senso.   Aveva una gallina dalle uova d’oro e non gli fu difficile trovare chi lo comprendesse. Anche in questo ha fatto la storia della verniciatura a polvere in Italia: creando un metodo distributivo che non ha eguali in Europa.

I grandi commercianti tedeschi vendono lotti per noi "da grossista". Molti dei nostri commercianti, tarati sul modello creato da Otefal, consegnano una lamiera alla volta. A volte anche mezza. Un modello non presente in altri Paesi.

Andò molto bene e per diversi anni. Otefal, lavorò in regime di monopolio. C’era un prodotto verniciato a liquido sul mercato, accessibile anche a poche lamiere, dalla distribuzione di Alcan Alluminio, ma non riuscì a scalzare il verniciato a polvere. Andava bene per altre applicazioni, ma non come accessorio dell’estruso. Apparentemente, il mercato chiedeva l’aspetto a “buccia d’arancia” tipico della verniciatura a polvere, ma secondo me era anche per il servizio ed il tipo di rapporto che, con Otefal, era più vicino al cliente. In Alcan, essendo una multinazionale, gli interlocutori cambiavano frequentemente e in Otefal, si arrivava facilmente al titolare. Per Luigi Pozzoli il cliente era importante.  Per la maggior parte dei funzionari Alcan, era più importante fare quello che ti dicevano di fare, anche se questo avrebbe reso infelice il cliente.

Verniciatura a polvere: i cigni neri erano dietro l'angolo

Come nella vita, anche negli affari, i cigni neri sono dietro l’angolo. Otefal cominciò a suscitare più di qualche interesse. Si dice che Alcan Alluminio fece degli avvicinamenti per acquistare Otefal. Non so se Luigi Pozzoli rifiutò perché non voleva separarsi dalla sua creatura o se rifiuto perché l’offerta era al di sotto delle aspettative o se non si arrivò mai alla “due diligence”. Come spesso accade, girano molte voci, ma sono i diretti interessati che possono veramente dire come sono andate le cose. La storia della verniciatura a polvere in Italia cominciava a prendere una brutta piega.

Fatto sta che questo approssimarsi mise in testa a vari soggetti l’idea che avrebbero potuto farlo anche loro, il “polvere”.

Alcan alluminio si attrezzo con una linea di verniciatura, che non avrebbe dovuto allarmare Otefal, per la mancanza di flessibilità e l’impossibilità di arrivare al servizio che serviva, e forse non lo fece, il fondatore di Otefal non si preoccupò veramente, ma fece l’errore di perdere la calma. Luigi Pozzoli, si innervosì enormemente e, re-agi, mettendo una linea di verniciatura a liquido.

Anche un ex Dirigente Alcan Spagna. Clemente Gonzales Soler, oggi Presidente del Gruppo Aliberico, mise la sua linea di verniciatura a polvere in Spagna: Alucoil. Dapprima “chapa-chapa” (“lamiera-lamiera”, ma orizzontale e in continuo) e successivamente a nastro.  Cosa che gli causò la rottura dei rapporti con Alcan Italia.  Lavorava in contro lavoro e, anche questa, per l’Italia, non si rivelò un’autentica minaccia.

Verniciatura a polvere: serviva stare vicini al cliente

Il mercato Italiano del serramento, è un mercato che vuole il produttore vicino. Ebbe grande successo in Spagna, Alucoil, la creatura di Clemente, ma la sua presenza in Italia è tutt’ora molto marginale, anche per il crollo verticale del mercato, a seguito della crisi del 2008.

Sappiamo bene, anche tra umani, che re-agire, non è mai la corretta cosa da fare.

Il proprio agire deve sempre essere scevro dall’agire dell’altro.

Sappiamo che non andò così per Luigi Pozzoli. Mettere la linea a liquido fu una sorta di ripicca: “se tu entri nel mio orticello del polvere, io entro nel tuo orticello del liquido”.  Comprensibile.

Nonostante le premesse potessero non essere le migliori, le cose sarebbero potute andare bene comunque per Otefal, perché le competenze c’erano.

Otefal poteva contare su una bella squadra di persone coese e capaci, una buona rete di distribuzione autonoma ma fedele, un leader naturale a guidare il tutto, un marchio affermato (Mirawall) e dei clienti affezionati. Lo stabilimento a l’Aquila funzionava bene, come pure l’impianto per gli estrusi. Lo staff dirigenziale governava il tutto dagli uffici di Grassobbio.

Un modello organizzativo avveniristico

Otefal mise però in fila una serie di scelte di cui onestamente non ricordo la sequenza, ma che portarono il sistema a craccare.  Ricordo l’acquisizione della linea a polvere di St. Etienne in Francia, successivamente ceduta a Miralù. Ricordo l’acquisto di Metecno, di Alusteel  (ecco si, entrare nell’acciaio ha forse voluto veramente dire entrare in un mondo davvero diverso), ricordo poi la partecipazione alla cordata di uno degli ennesimi tentativi di acquisire l’ex Comsal in Sardegna.  Molti impegni difficili, ma la Sardegna fu il colpo di grazia per Otefal. Mandavano rottami in trasformazione per riceverne di ritorno coil verniciati. Peccato che la persona cui era stato affidato di gestire il rapporto con i soci (sardi?), non ha esercitato il minimo controllo. Su richiesta, continuava a mandare metallo, e quando si accorsero che non ritornavano nastri verniciati. L’ammanco, l’appropriazione indebita, era oltre il milione di euro. Come dicevo: il colpo di grazia.

Anche qui, i miei ricordi sono da spettatrice. Non so neppure se ci fu mai una sentenza, se mai qualcuno pagò per aver causato il fallimento di una delle più belle e floride realtà italiane degli scorsi decenni.

Cosa è successo a Luigi Pozzoli? Offre ancora i suoi servigi di consulenza impiantistica a chi ne ha bisogno.

Cosa è accaduto ad Otefal? Dopo un affitto d’impresa da parte della Siriana Madar, durato quasi due anni, è stata messa all’Asta ed acquistata da Framiva Metalli che ne fece due attività separate: verniciatura da un lato (presa in affitto dalla spagnola Luxeperfil, ora LuxeCoat in Italia) e fonderia e laminazione dall’altro lato, gestita in proprio.

Dopo cinque anni, nel 2020 ha fatto bancarotta tornando nelle mani del curatore del Tribunale dell’Aquila. La parte Framiva è sotto scacco, mentre LuxeCoat continua con successo il suo lavoro (ha solo cambiato "padrone di casa")

Così, perlomeno, si mormora. ma la storia non è ancora finita.

Mi scuso nuovamente con i lettori, per le omissioni o le imprecisioni che la mia memoria mi hanno portato a fare, e vi invito a scrivermi i vostri contributi per migliorare questo racconto o per farne di nuovi.

Articolo del 29-7-2021

Autore: Rosa M. Mariani - rosa.mariani@pinksolution.it

 

 

 

 

 

Tags: Alluminio

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