Il Problem Solving è una delle competenze, più precisamente una delle softskill, più ricercate tra i potenziali collaboratori.

Alcuni di noi hanno, per forma mentis, un modo di relazionarsi al percorso che non contempla mai che ci possa essere un ostacolo in grado di fermarci.

Altri, invece, hanno innata la dote di vedere la soluzione ancora prima che il problema si presenti, ma non solo. Questi ricercati individui amano i problemi perché, affrontandoli, possono mettersi alla prova e provare piacere e soddisfazione nel risolverli, o soddisfazione nell’indicare ad altri il cammino più facile per superare l’ostacolo.

I più dotati sanno anche creare nuovi problem solver perché, prima di proporre una soluzione, chiedono al loro staff, quale adotterebbero loro per risolvere il tema proposto.

Per coloro che non fossero dotati di capacità di problem solving, ovvero del talento di saper risolvere i problemi efficacemente, è comunque possibile apprendere alcune tecniche che vedremo tra poco, facendo propria l’idea che se c’è un ostacolo, e non ci viene in mente un modo per aggirarlo, anche sapere chiedere aiuto ai colleghi più portati a trovare soluzioni è una scelta possibile.

Quello che veramente bisogna imparare a fare è NON FERMARSI ed avere una ragionevole certezza che la decisione presa al riguardo sarebbe condivisa dal nostro management.

Risolvere i problemi mettendoli prima a fuoco

Può sembrare banale ma la prima cosa da fare in un processo di risoluzione di un problema è dare una chiara definizione del problema stesso, concordare cosa potrebbe essere ritenuto una soluzione e valutarne la fattibilità in base ai mezzi e alle risorse disponibili.

La deframmentazione a ritroso degli avvenimenti può dare un consistente aiuto alle persone del team che hanno logiche mentali diverse da quella consequenziale tipica dei “born to be a solver”.

Interessante anche chiedersi “come potrebbe peggiorare?” per stimolare l’assetto mentale a nuove angolazioni di visualizzazione del problema.

Quanto conta il problem solving in un’azienda?

Quante volte vi siete imbufaliti scoprendo che il materiale non era stato spedito a quell’importante cliente perché non erano arrivati i bancali e tutto si è fermato attorno ad un ostacolo che avrebbe potuto essere risolto con facilità?

La questione del problem solving è molto più ampia di quello che potrebbe sembrare. L’impatto è su tutta l’azienda e richiede un grande lavoro per migliorare comunicazione e relazione tra tutti gli enti perché, per la maggior parte dei casi, più che un vero problema si ha un’assenza di comunicazione, o una comunicazione distorta da relazioni distoniche spesso inconsapevoli.

Occorre infatti distinguere tra problemi lavorativi/tecnici e problemi emozionali/relazionali che, anche se legati alla vita personale, hanno un impatto sulla vita lavorativa.

La costruzione di un ambiente collaborativo in azienda, che valorizza l’apporto di tutti e ne cura la crescita professionale e personale, è fondamentale e va ben al di là di qualsiasi tecnica si possa qui dettagliare perché la migliore soluzione non viene mai dal singolo, ma dalla somma del gruppo.

Problem Solving: tecniche utili per imparare a trovare soluzioni

Ecco qualche tecnica utile per imparare ad essere un efficace problem solver:

  • creare un’abitudine all’analisi dei problemi ricorrenti in modalità workshop, ovvero con la partecipazione di persone esterne o molto laterali al problema in seno all’organizzazione
  • Creare dei casi da riproporre come esempio che spronino le persone ad essere creative
  • Consolidare il rito della lode per il team, per i suoi componenti e per la soluzione comune trovata
  • Applicare i diagrammi di flusso con i vari step del processo e la discussione relativa (sul modello Lean o Toyota)
  • Procedere con l’analisi di Pareto che attribuisce al 20% delle cause l’80% dei problemi e che riesce ad aprire alla risoluzione di più problemi
  • Applicare la tecnica dell’interrogativo, che chiede al gruppo di organizzare un brain storming sul problema rispondendo ad una serie di domande dallo stimolo cognitivo: come? cosa? dove? quando? perché? quanti? e se…?
  • Attuare giochi di ruolo che stimolino l’apprendimento profondo
  • Analizzare il diagramma causa-effetto a spina di pesce, dove la testa è il tema scelto per la risoluzione.

Sono tutte tecniche buone, a patto che vengano usate per rafforzare il team e valorizzare ogni elemento e la sua unicità nel gruppo.

Non dimentichiamoci inoltre che alcuni dei problemi che si affrontano in azienda in maniera ricorrente scaturiscono da un problema organizzativo e, pertanto, una consulenza sui processi e sui flussi procedurali può essere il primo passo da intraprendere.

Pink Solution ha messo a punto un workshop esperienziale con un metodo proprio che propone alle aziende per non perdere alcun apporto del team e perché il problem solving diventi una nuova positiva abitudine nell’organizzazione.

Vuoi saperne di più su come accrescere e sfruttare il problem solving in azienda? Contattaci!