Avrete certamente sentito il detto “Non c’è mai una seconda occasione per fare la prima impressione” e questo lo sanno bene le aziende. Tant’è che ai commerciali, come policy aziendale, veniva richiesto di presentarsi, sia in azienda che dai clienti, sempre puliti e ordinati, in giacca e cravatta, con scarpe e automobile lucide.
Il venditore, è il biglietto da visita dell’azienda. Quindi non solo l’abbigliamento, ma ancor di più la sua preparazione tecnica, la sua affidabilità, la puntualità e il coraggio di affrontare, con bel modo, anche le situazioni spiacevoli, parlano della nostra azienda.
E’ stato vero, e lo è ancora di più oggi, che il commerciale ci rappresenta, fornendo la prima impressione sull’azienda.
La prima impressione la fa anche l’organizzazione
Non è più demandata al venditore la divulgazione delle informazioni, con i nuovi mezzi, ma ci sono nuove competenze che sanno fare la differenza in un commerciale, piuttosto che un altro. Per esempio avere chiarezza su dove andare a reperire rapidamente le informazioni necessarie e quali sono i processi aziendali e i valori che permeano l’organizzazione.
Oggi però c’è un altro, aggiuntivo, biglietto da visita che le aziende presentano al mercato: i propri dipendenti sui social e le loro pagine Linkedin, in particolare. Avere una policy aziendale, con delle regole, per quel che riguarda, perlomeno il profilo Linkedin, oggi dovrebbe essere una delle priorità.
Quando vogliamo farci un’idea di un’azienda guardiamo il suo sito, la cerchiamo sui social, guardiamo quali dipendenti sono presenti su Linkedin e, se per la strategia di cambio lavoro di qualche dipendente, o per la negligenza nel curare questo aspetto, i ruoli aziendali non sono curati, ecco che facilmente potremmo vedere due Direttori Acquisti o tre Sales Manager (di cui uno in pensione e l’altro in Produzione per effetto di una Job Rotation, per esempio) e l’azienda non farebbe l’impressione desiderata.
La prima impressione è anche sui social
Quante persone conoscete che non hanno più, da almeno sei mesi, a volte anche da anni, il ruolo che riportano sulla pagina social? Io diverse. Non è per cattiveria. A volte è una cosa cui non diamo importanza, a volte è legato al dolore di avere perso un ruolo sociale, magari per un allontanamento, giusto o ingiusto che sia o per un pensionamento. Questo però non può e non deve pesare sull’immagine dell’azienda, non deve andare a detrimento dell’organizzazione.
Il legittimo Direttore Acquisti, o quel che sia, non deve essere lasciato da solo in questa mancanza di definizione dei suoi contorni. Servono Policy Aziendali che definiscono precise regole per i profili Linkedin e, comunque, comportamenti moderati, non offensivi, non estremi, anche sugli altri social.
C’è poi anche l’aspetto, che spesso riguarda anche i biglietti da visita, della corretta definizione del ruolo che non dovrebbe essere una scelta del dipendente, ma dell’azienda.
Augurandomi di avere dato un piccolo spunto di riflessione. Dite pure la vostra! Se invece volete una mano, parliamone!
Autore: Rosa M. Mariani – rosam.mariani@pinksolution.it
Consulente per l’industria dell’alluminio e per le industrie correlate | Consulente Aziendale 4.0 | Temporary Manager & Chief Digital Officer | Metodo Digital Building Blocks | Esperta nell’efficientamento di processi organizzativi e di vendita | Engagement Manager grandi aziende e P.M.I. | Mentoring 1-2-1 | Tutor |
Pubblicato su Linkedin 2 febbraio 2020, aggiornato il 15 settembre 2021