Cosa significa innovare è una domanda che sicuramente ci siamo fatti. Siamo frastornati da mille proposte, che vanno dal lavoro sull’organizzazione, alla scelta di canali di vendita digitali, al mettere un CRM e sfruttare questa tecnologia abilitante per costruire innovazione, per innovare, ma la verità è che se non facciamo precedere ogni nostro investimento di tempo e denaro con una strategia per l’innovazione, i risultati non ci saranno. Quindi cosa occorre fare?

Non ci sono ricette, non c’è uno storico che dimostri ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma potremmo comunque seguire una scaletta.

 

Prima di far partire qualsiasi iniziativa

 

L’azienda dovrebbe formulare una strategia per innovare che ne esprima chiaramente  l’intento:  far crescere la propria quota di mercato o di profitti attraverso l’innovazione di un prodotto e di un servizio o di un modello di business.

  • Definire esattamente come coinvolgere il personale interno avendo cura di coinvolgere e allineare tutte le funzioni manageriali coinvolte.
  • Capire che l’orchestrazione per innovare non è delegabile (a vendite, marketing, service, R&D, o altro)
  • Decidere le partnership a supporto della strategia
  • Definire obiettivi misurabili per monitorare lo sviluppo dell’innovazione
  • Dotarsi di metodi e processi specifici
  • Capire l’ambiente culturale esistente nella propria azienda per mettere a fuoco  i fattori bloccanti e quelli abilitanti
  • Capire che non tutte le organizzazioni sono adeguate per ogni tipo di innovazione

Il vantaggio competitivo è sempre stato di natura temporanea, ma solo in questi ultimi decenni il suo perimetro si è ristretto vertiginosamente. L’innovazione è quell’unico processo che mantiene un’azienda sul mercato, l’unico in grado di trasformarla continuamente nel competitor di se stessa.

Non è il prodotto a sopravvivere nel tempo, né le competenze chiave, né -a volte- l’organizzazione, ma il valore, il valore creato in modi sempre diversi e sempre contemporanei.

Per questo l’innovazione è una cosa seria, una sfida difficile, impegnativa che richiede l’attenzione dei vertici aziendali. Sono certa che fate mille cose tutti i giorni che potreste delegare. L’innovazione non fa parte di queste.

La capacità di trasformare il proprio modello di business, e ancor più di controllarne la trasformazione in modo sistematico, non produce un’azienda più bella da mostrare, o più facile da gestire, adesso. Produce un’azienda si cui si parlerà ancora tra 10 anni.

 

Perché è così difficile innovare

 

A questo punto dovresti averlo capito. Serve uscire dalla propria zona di comfort e guardare le cose da un’altra angolazione. Serve trovare i corretti compagni di viaggio che ti rendano un grado di fare questo cambiamento mentale. Uscire da “abbiamo sempre fatto così” che sempre rimproveri a quei dipendenti un pelo più difficili, ma che in questo caso si applica a te per primo.

Non fraintendermi, è normale. Ci sono passata. In questi ultimi anni, ogni volta che raggiungevo una vetta di comprensione e mi giravo verso il compagno di viaggio mi sono sentita dire “io te l’avevo detto”. E’ vero! Ma io non avevo capito. La verità è che non c’è una verità. Ci sono percezioni della realtà.  E’ come col campo visivo. Per ognuno i confini del mondo sono legati al proprio campo visivo. Cogliere la portata abilitante delle tecnologie per innovazioni di servizio non è immediato.

Poi c’è la paura. La paura di fidarsi di qualcun’ altro, su qualcosa di cui non si capisce nulla o molto poco. Cosi si finisce per prendere “i più grossi”, che magari sono interessati solo a vendere il loro prodotto o servizio e non a consigliarti su quello che è giusto per te,  la via maestra da percorrere.

A volte mi capita di sbagliare il giudizio sullo stato dell’azienda che nutro con i miei contenuti. Credo che un’azienda sia pronta ad essere accompagnata nel cambiamento, a innovare, e poi, mi passano ad un sottoposto anziché cercare di capire, prima,  in prima persona, di cosa stiamo parlando.  Poi, ancora mi sento dire “siete voi che volete…”   No, non vogliamo. Non vogliamo vendere niente. Vogliamo aiutare, perché da soli è impossibile e ci teniamo al nostro Paese.

 

L’arroganza è un problema

 

Chi mi conosce sa che ho trascorso trent’anni nell’industria dell’alluminio. I mezzi non sono mai mancati, ma in rarissime occasioni si sono indirizzati nella formazione fatta da professionisti della formazione, sulle soft skill, sulla relazione, sulla gestione delle persone, sul team building. L’innovazione poi è stata raramente al centro.

Formazione fatta solo o quasi da personale interno. Formazione fatta troppo raramente. Contributi a disposizione delle aziende da parte dei Fondi Interprofessionali quasi mai utilizzati. Che errore! La mancanza di contaminazione, così arricchente! Formazione fatta solo alle maestranze perché il management si considera già “imparato” e non facente parte.

Anche sulla scelta dei software, ogni giorno vedo fare scelte che comportano progetti di implementazione anche di due anni, ma che sono già obsoleti.

Se non sali un po’ più in lato sulla collina, è normale vedere solo ad un certa distanza.

E’ il CEO che deve tenere il timone

 

Che sia il CEO, l’AD, il titolare a tenere il timone è fondamentale.  Sentire campane esterne all’azienda tra quelle il cui suono ci è sembrato più vicino ai nostri valori e molto importante.  L’innovazione ha bisogno del coinvolgimento di tutta l’organizzazione e non può avere successo se è un solo reparto ad occuparsene.  L’innovazione ha bisogno che venga disegnata una strategia, che va capita e comunicata a tutti in azienda. Non c’è innovazione che possa venire ordinata, come in una caserma. L’innovazione ha bisogno di piccoli gruppi di sperimentatori che, chiarito l’obiettivo, avanzino verso l’obiettivo con grande determinazione e competenza.

Concludendo?

 

Ci sono aziende che hanno competenze per guidarti nella trasformazione, ma la richiesta deve venire da te.

Devi prima costruirti una consapevolezza. Leggi molto. Se hai una persona di fiducia fatti consigliare qualche testo (“Guida per manager nell’era digitale” e  “Digital Tailor” potrebbe essere un buon inizio).  Quando ti sei documentato, passa il materiale a tutte le tue prima linee e chiedigli di leggere i testi che tu ha trovato significativi.  Manifesta la volontà di intraprendere un determinato cammino e chiedi la collaborazione proattiva di tutti.

Quando sei pronto, chiamami e ti saprò aiutare a scegliere da chi farti accompagnare per il progetto che hai in mente. Potrai anche ingaggiarmi come Chief Digital Officer se lo vorrai. per aiutarti a tenere le redini del progetto. Se ancora hai dei dubbi e ci vuoi andare con i piedi di piombo prova Mappa Web.

 

 

Autore: Rosa M. Mariani – rosam.mariani@pinksolution.it

Consulente per l’industria dell’alluminio e per le industrie correlate | Mappatura processi | Mentoring 1-2-1 |  Consulente E-commerce Manager |Copywriter | Chief Digital Officer | Metodo Digital Building Blocks | Esperta nell’efficientamento di processi organizzativi e di vendita | Engagement Manager per grandi aziende e multinazionali e per P.M.I.