Il talento creativo, utilizzato nel giusto modo, è la via per non lasciarsi destabilizzare dai colpi della vita.  Se il tuo più grande successo è alle spalle potrebbe non essere facile andare avanti senza che la tua identità si senta minata.

Se non vuoi scivolare in comportamenti distruttivi, come sostituire il Martini Dry al cappuccino in prima mattinata, è necessario costruirsi una protezione psicologica che prenda le distanze da quello che facciamo, rispetto a ciò che siamo.

Pensa al tuo talento come facevano gli antichi Greci o gli antichi Romani. Il talento creativo era visto come un Genio, una creatura mitologica, un essere esterno a noi che portava ispirazione, idee che creavano in noi la possibilità di realizzare grandi cose per mandato Divino.

Non il Genio, ma noi genio

L’attuale cultura occidentale ci porta a pensare che il talento sia in noi, ed è una responsabilità troppo grande per un fragile essere umano. Pensate a quanti artisti ci hanno lasciato, suicidandosi, perché schiacciati dalla responsabilità di uguagliare se stessi.

E’ pensiero comune che creatività e sofferenza vadano assieme. L’artista è, nel concepire comune, tormentato. Se prendessimo le distanze dall’idea che la creatività è in noi e rivalorizzassimo l’antico, allora non ci servirebbe più il dolore, perché sapremmo che stiamo facendo la nostra parte. Avremmo una apertura al ricevere da fuori, l’ispirazione, come un dono.

La nostra ispirazione, sarebbe (è) una energia che ci attraversa e le paure che ci immobilizzano scomparirebbero. Perché mai dovremmo temere quel che ci viene dallo scopo per cui siamo su questa terra? Perché mai dovremmo temere il talento creativo che ci è stato dato?

Fiducia nel talento creativo che viene  dal mistero

Dobbiamo tornare ad una relazione antica tra l’umano ed il mistero creativo.

Negli ultimi 500 anni la pressione della creatività vista con la sua fonte all’interno dell’individuo, il conseguente ego-centrismo smisurato, ha distrutto i nostri artisti.

Impariamo a parlare con il Divino attorno a noi. Scherziamoci anche. “Io faccio la mia parte seriamente, ma se tu non fai la tua, poi non lamentarti se il lavoro non viene come dovrebbe, eh?”

Il pensiero creativo è la divinità che parla con noi

Togliere il genio da dentro di te e spostarlo dove gli compete, elimina il tormento: ci fa vibrare assieme agli altri sulla frequenza della gioia.

Parlare con la Divinità è l’antica concezione del pregare. Il pensiero creativo è la Divinità che parla con noi. Fermare la mente, af-fidarsi è la via principale per ricevere l’energia creativa. Il talento creativo è un dono. La meditazione un mezzo per farci vaso, atto a ricevere.

Che ne pensate?

 

Autore: Rosa M. Mariani – rosam.mariani@pinksolution.it

Consulente per l’industria dell’alluminio e per le industrie correlate |  Consulente Aziendale 4.0 | Temporary Manager & Chief Digital Officer | Metodo Digital Building Blocks | Esperta nell’efficientamento di processi organizzativi e di vendita | Engagement Manager grandi aziende e P.M.I. | Mentoring 1-2-1 | Tutor |

Pubblicato su Linkedin il 22 giugno 2019, aggiornato nel 2021